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Collezione

Collezione

VINCENZO GEMITO, Portrait of a girl, 1916

VINCENZO GEMITO NAPLES, 1852-1929

Ritratto di fanciulla, 1916
Acquerello e matita su carta
55 x 30 cm
Firmato e datato in basso a sinistra: V.Gemito / 1916 / Napoli
Maggiori informazioni

Provenienza

Roma, Collezione di Aldo e Amelia Ambron

Il disegno fu per Vincenzo Gemito strumento di indagine del reale e mediumpreparatorio per le sue ideazioni scultoree. Durante l’intero corso della sua vita l’attività grafica fu centrale nel suo processo creativo, sin dagli anni giovanili, quando il confronto con il vero si fondeva per lui con la fascinazione subita dalla civiltà artistica del Seicento napoletano; quando insieme ad Antonio Mancini veniva ritraendo la prosaicità delle scene di vita per le strade di Napoli,  trasfigurando il verismo minuto e neo-fiammingo di tanti motivi di genere, e conferendogli nobiltà d’ impianto, in una ricerca di perfezione formale opposta al bozzettismo e divergente dal puro naturalismo. La sua era una plastica di straordinaria aderenza alla realtà fisica del soggetto, percorsa da un afflato lirico che la rendeva forma viva e palpitante, una ‘impronta’ fittile del vero, intonata al sentimento suscitato nell’artista dal reale.

Durante il soggiorno parigino della metà degli anni Settanta egli aveva poi potuto sperimentare grazie alla frequentazione dell’ambiente artistico della capitale francese come la rivisitazione dell’Antico da parte di un artefice capace di riscoprirne i procedimenti tecnici, come la fusione a cera persa, permettesse raggiungimenti preziosi e suggestivi.

Il suo legame con il Museo d’arte antica napoletano veniva ad assumere ora una valenza più consapevole, traducendosi in un indirizzo determinato. All’inizio degli anni Ottanta si era  così dedicato alla creazione di opere come Il Narciso,in cui il modello esemplato sull’antichità classica e la tensione dell’interprete moderno si sovrapponevano in un equilibrio compiuto ed elegiaco.

Negli anni a seguire, il successo e le difficili prove sostenute dallo scultore ne avevano però forzato la psiche, e per un ventennio, tra il 1886 e il 1909 circa, Gemito si era volutamente separato dal consorzio umano.

Tra il primo e il secondo decennio del Novecento, dopo il lungo isolamento dovuto al periodo di grave flessione psichica, Vincenzo Gemito aveva poi ripreso la propria attività artistica, dividendosi nuovamente tra la plastica e il disegno. L’esercizio grafico raggiunse un ancora più complesso grado di finitezza, emulando sulla superficie bidimensionale della carta il tutto tondo del rilievo, esasperandone per alcuni versi gli effetti attraverso l’uso di una sintesi grafica volta altromp l’oeil.

Anche la nostra piccola popolana, ritratta per tre quarti e costretta in una posa da piccolo Baccocaravaggesco, sovrappone i movimenti delle braccia in torsione, appoggiandosi a quello che sembra un piedistallo o un trespolo da scultore, e volge il capo offrendo alla vista il collo e la spalla nudi, dal forte chiaroscuro plastico.

Esiste una fotografia che ritrae Gemito accanto alla figlia giovinetta, seduta in una posa molto simile a quella della nostra fanciulla; e, a sua volta, il bel capo della bimba, studiato con dovizia di accenti luministici tra i toni perlati dell’acquarello e risentiti tocchi di biacca, sembra uno studio da porsi in relazione con una scultura cui Gemito darà vita in quello stesso periodo: la Fanciulla greca, del 1916 (Napoli, Palazzo Zevallos). Ella ha volto e corpo idealizzati, ma l’immagine da cui il bronzo nasce è un disegno come questo, che ritrae le vive sembianze di una ragazza napoletana.

La circolarità esistente tra il nostro disegno, la fotografia appena menzionata e la scultura, ci dice come Gemito conducesse una messa a fuoco progressiva, accresciuta da successive verifiche, della complessità plastica e spaziale del soggetto. Il disegno, che ha peraltro una sua autonoma compiutezza formale, rappresenta però anche una fase particolare dello studio interpretativo dell’artista: quello della visualizzazione dei ‘profili’ della scultura, in un controllo serrato e al tempo stesso libero, che attesta il grado di raffinatezza con cui Gemito, pur nell’ultimo periodo della sua vita, andasse arricchendo di suggestioni la propria visione.

                                                                                                                                                                                       Monica Vinardi

 

L’opera è stata richiesta per l’esposizione al Petit Palais dedicata al grande artista che si terrà a Parigi dal 15 Ottobre 2019 al 15 Gennaio 2020

 

 

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