
Georges Henri TRIBOUT
Provenienza
Roma, collezione privata
Georges Henri Tribout nasce a Parigi nel 1884. Dopo aver studiato presso l’Università de Notre Dame di Boulogne, tra il 1904 ed il 1905 frequenta i corsi dell’Académie Julian e nel 1909 espone le sue prime opere al Salon des Indépendants di Parigi. Presto decide di trasferirsi a Saint Cloud, nella campagna non lontana da Parigi, dove abitava da tempo l’amico e critico d’arte belga Emile Verhaeren, grazie al quale entra in contatto con alcuni artisti, come Ensor, Montald e Zweig. Durante la Grande Guerra, insieme ad altri pittori, entra nel corpo di “Camouflage” dell’esercito francese, e una volta tornato a Parigi si dedica di nuovo alla pittura realizzando soprattutto soggetti paesaggistici e ritratti. Nei primi anni Venti la sua produzione si allarga verso nuovi generi, tra cui la ceramica, la scenografia e l’architettura, tant’è che nel 1925 partecipa all’Exposition des Arts Décoratifs di Parigi. Muore nel 1962.
Tribout, attraverso la frequentazione di Emile Verhaeren e dei pittori da lui sostenuti, aveva inizialmente fortemente sentito l’influenza simbolista, tuttavia presto se ne distacca rielaborando l’utilizzo della luce in chiave post-impressionista. A partite dai primi anni Dieci, si avvicina a stilemi cubisti, i quali però traggono ispirazione dal luminismo delauniano piuttosto che dall’ortodossia scompositiva di matrice picassiana.
Il dipinto Gli amanti, qui presentato, si fa portavoce di questi nuovi stilemi. L’opera, datata 1919, evidenzia come l’artista, abbandonata la scomposizione del soggetto fino ad allora realizzata con piccoli tocchi di colore, inizi una nuova fase stilistica in cui i contorni, resi con morbidi tratti cromatici, si affiancano ad un colore steso a larghe campiture. Di certo gli anni di guerra trascorsi nella sezione “Camouflage” dell’esercito avevano giocato un ruolo importante nella modulazione del nuovo stile. Questo appare evidente soprattutto negli sfondi, talvolta veri e propri texture mimetici, come nello stesso Gli Amanti o in Nudo, tela di analoga datazione. Il soggetto però, contrariamente a quanto avviene nel camouflage, resta protagonista e emerge attraverso l’uso di una linea di contorno incisiva ed una luce significante. I due amanti infatti, rappresentati abbracciati al centro della composizione, si stagliano nello spazio pittorico grazie alla cascata di luce che si infrange sulla schiena della donna e al perimetro marcato dei corpi, dato questo che lascia già presagire l’interesse verso quel decorativismo che di lì a poco diventerà tratto fondante delle opere dell’artista.
I recenti lavori di ripulitura dell’opera hanno svelato e riportato alla luce sul retro, un dipinto che Tribout aveva eseguito e poi ricoperto per riutilizzarne il supporto per Gli Amanti. L’opera raffigura una donna allo specchio che si pettina e rimanda stilisticamente, sia nella scelta del soggetto che nell’esecuzione, alle opere realizzate dall’artista tra il 1909 ed il 1911. La composizione infatti, costruita su colori tenui, stesi a piccoli tocchi e su una luce estremamente vibrante, richiama opere quali Les bagneuses, che Tribout aveva realizzato nel 1909, o Nudo del 1911, tele dove la lezione cezanniana è permeata da un retaggio marcatamente impressionista.
Lady at the mirror
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