
Peter Christian Thamsen SKOVGAARD
Veduta di Roma dal Pincio fu un dono del pittore al suo amico J. D. Herholdt, celebre architetto danese che progettò la residenza degli Skovgaard a Copenaghen.
Analogamente al suo amico artista, Herholdt fu un fervido ammiratore dell’Italia.
P.C. Skovgaard è una delle figure preminenti legate all’età d’oro danese del XIX secolo, insieme a C.W Eckersberg, Constantin Hansen and Wilhelm Marstrand. Conosciuto presso il pubblico amante dell’arte come il principale paesaggista nazional-romantico, se si considera questo straordinario dipinto si può aggiungere che l’Italia ebbe un ruolo di estrema importanza nella sua produzione artistica eccezionalmente feconda.
In effetti, Skovgaard visitò per due volte l’Italia, soggiornandovi per lunghi periodi di tempo. La prima volta nella primavera del 1854 assieme all’amata moglie Georgia, e di nuovo nel 1869 per elaborare il profondo lutto provocato dalla prematura scomparsa della consorte. Venezia, Como, Milano, Roma e Napoli furono alcune delle città che esplorò, viaggiando in compagnia di amici quali l’artista Wilhelm Marstrand e lo storico dell’arte N. L. Hoyen. Quanto l’Italia lo ammaliò e ispirò risulta evidente da una lettera entusiastica che la moglie indirizzò a casa al loro arrivo a Roma, apogeo del loro Gran Tour: “mio marito è al settimo cielo, già, questo viaggio è stato una autentica benedizione per lui…”
P.C. Skovgaard, l’Età d’Oro Danese Rivalutata,un libro in lingua danese uscito di recente e pubblicato come catalogo di una grandiosa mostra su Skovgaard tenutasi nel paese natale dell’artista, fornisce una nuova lettura dei lavori di quel periodo e della fondamentale influenza che i viaggi in Italia ebbero sul suo successivo sviluppo artistico.
Questa splendida tela, (esiste un dipinto pressoché identito, circa delle stesse dimensioni, nella Nivaagaards Collection, in Danimarca), magnifica e recente scoperta, rappresenta senza dubbio una delle composizioni più importanti e più ispirate di Skovgaard. Eseguita probabilmente non sul posto ma anni dopo in Danimarca basandosi sui numerosi bozzetti e disegni realizzati durante i suoi primi viaggi, analogamente ad altri dipinti successivi alla sua permanenza in Italia Veduta di Roma dal Pincio è caratterizzata da una grande enfasi sulle attività umane. Orizzontalmente, in primo piano, troviamo eleganti, animati ma pacati personaggi. E gli alberi che incorniciano la veduta, con il loro particolare verde intenso, giocano un ruolo altrettanto importante, simili a guardiani protettivi e silenziosi, conferendo un gradevole senso di equilibrio e di calma all’ambientazione. Oltre al respiro e alla profondità della scena nel suo insieme, una atmosfera particolarmente evocativa e fortemente teatrale cattura lo spettatore. Lo stile e l’intensità solenni dell’estetica classica romana hanno permeato i sensi dell’artista danese, e sono rimasti come reminiscenza nei suoi dipinti degli anni seguenti.
In netto contrasto con il più scuro primo piano, lo sfondo evocativo svela una calda e dorata veduta serale su Roma e la Basilica di San Pietro, circondata dalle imponenti mura della città del Vaticano. A breve distanza, le cupole gemelle di Santa Maria in Montesanto e di Santa Maria dei Miracoli si ergono sopra piazza del Popolo. Il rapporto tra gli elementi compositivi vicini e lontani, il gioco dei contrasti tra il buio e la luce, nonché l’atmosfera crepuscolare denotano una sottile influenza di Claude Lorrain.
Tornando alle figure in primo piano, il piccolo e intimo nucleo familiare, posizionato al centro dell’immagine, placido come l’atmosfera idillica che lo circonda, rapisce immediatamente l’occhio dello spettatore e suscita la sua curiosità. In effetti, è possibile identificarvici il pittore stesso, con la moglie Georgia e i due bambini Niels and Joakim. In realtà, i figli di Skovgaard non visitarono realmente l’Italia con i genitori, pertanto la loro delicata rappresentazione deve essere interpretata come un desiderio dell’immaginazione dell’artista. E il ruolo intenzionalmente centrale e la minuziosa resa della famiglia del pittore trasmette un senso di privato e confidenziale all’intera scena.
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