
IPPOLITO CAFFI BELLUNO 1809-LISSA 1866
VENDUTO
La veduta di Roma dal Pincio è una delle più seducenti della città: la morbidezza delle luci soffuse, la nebbiolina sottile, ma calda, che avvolge l’atmosfera, si diffondono e delicatamente abbracciano le figure, conferendo a tutta l’immagine un tono romantico e indefinito che ha il sapore di un racconto romanzato.
Qui l’artista non vuole definire luoghi ed edifici, ma unicamente sensazioni; raramente più che in queste immagini i personaggi divengono elementi essenziali, definiscono il limite spaziale al di là del quale la vista si perde in un orizzonte infinito.
Come cita la Pittaluga in merito ad un dipinto di analogo soggetto “il vedutista ‘prospettico’ è scalzato dal pittore che vede la realtà attraverso una smussante nebbia luminosa, ricca di preziosi ricordi tonali e di variazioni su gamme contenuti entro limiti di sommessa intensità” (Pittaluga 1971, pp. 72, 86, per cfr.fig. 93). La scelta di rappresentare questa veduta implica per l’artista un’intuizione sapiente nel taglio della composizione, la rappresentazione di una serie di effetti luminosi che rendano delicato l’insieme , senza deviarlo nel patetismo e anche, infine, una capacità evocativa giocata su elementi minimali di fascino sottile.
Intravedere poi la città che si stende quasi irreale sullo sfondo realizza un universo fantastico e intimo, che evoca suggestioni corotiane.
Cornice coeva in legno scolpito e dorato.
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