Il presente disegno ritrae il pittore Alphons Schnegg (1895-1932), un caro amico di Ernst Nepo con il quale, insieme con Rudolf Lehnert e Herbert Gurschner, è stato animatore, a Mühlau (Innsbruck), del cosiddetto circolo Mühlauer. Dalla presumibile età del giovane artista ritratto, che si spense all’età di 37 anni nel 1932, è possibile ipotizzare che la sua realizzazione sia avvenuta all’incirca tra il 1917 anno in cui il giovane Ernst teneva la sua prima mostra personale a Innsbruck (Kunsthandlung Czichna) e il 1920, quando modificava il proprio cognome da Nepomucky in Nepo.
Il soggetto ritratto è indagato in modo accurato, la sua fisionomia viene individuata dall’artista con mano sicura e con un tratto nero, sottile, morbido eppure incisivo, ottenuto senza ripensamenti con la punta del carboncino. Il chiaroscuro del volto, invece, è costituito da ampie tracce, fatte tenendo il mezzo grafico di piatto, in modo da creare un gioco di fasci d’ombra che intersecandosi l’uno con l’altro creano l’incarnato morbido e la particolare dinamica di questo disegno.
Un modo escogitato dall’artista per adattarsi alla propria urgenza “pittorica”, che si ritrova magnificamente espressa nell’Autoritratto con la moglie (1921), nel quale il chiaroscuro del volto è costituito dall’accostamento di larghe pennellate di colori complementari.
Per questo caratteristico ductus del mezzo grafico, questo disegno è accostabile ad altre prove dello stesso periodo, nelle quali si individuano ancora tracce dell’iniziale interesse nutrito dall’artista verso il cubismo e poi verso l’espressionismo di Egon Schiele. Tuttavia è qui già molto evidente la direzione che entro breve prenderà la sua ricerca, incentrata sulla volontà di coniugare la correttezza del dato anatomico del soggetto con un’acuta osservazione psicologica, caratteristiche che di li a poco, faranno di Nepo uno dei maggiori esponenti della Neue Sachlichkeit (Nuova oggettività) del Tirolo.
La particolare cifra introspettiva dell’opera coeva di Nepo è molto evidente in una serie di opere pittoriche nelle quali gli occhi sono il fulcro centrale, quali ad esempio, oltre al già citato Autoritratto con la moglie, anche il Knabe mit blauer Blume (Ragazzo con il fiore blu) del 1922, e soprattutto il famoso, successivo, Familienporträt Keller ( Ritratto della famiglia Keller) 1929, conservato presso il Tiroler Landesmuseum Fernandeum.
Come in quelle prove, anche in questo disegno colpisce l’evidenza che Nepo assegna agli occhi espressivi del soggetto, il quale entra immediatamente in contatto con l’osservatore; se è vero che è lo sguardo che spesso cela o rivela i nostri sentimenti, quello che egli ritrova nel giovane Alfons Schnegg si propone a noi come specchio e innesca quel sentimento di turbamento e di magica sospensione della realtà, tipica della corrente che in Italia prenderà il nome di Realismo Magico, insinuando infine il dubbio se sia lui che stia guardando noi e non viceversa.

Note Biografiche

Ernst Nepomucky si forma tra il 1909 e il 1913 alla Kunstgewerbeschule di Teplitz –Schönau e alla Kunstgewerbeschule di Vienna. Allo scoppio della prima guerra mondiale parte volontario, svolgendo il servizio militare in Galizia con il Tiroler Kaiserjägerregimenta. Nel 1917 tiene la sua prima mostra personale al Kunsthandlung Czichna di Innsbruck. Finito il conflitto mondiale si stabilisce a Mühlau (Innsbruck), dove con Alfons Schnegg, Rudolf Lehnert e Herbert Gurschner anima il cosiddetto circolo Mühlauer. Verso il 1920 modifica il proprio cognome in Nepo; nel 1925 è stato co-fondatore del gruppo Die Waage insieme a Schnegg, Rudolf Lehnert, Wilhelm Nicolaus Prachensky, Leo Sebastian Humer e altri.
La prima grande affermazione avviene nel 1927, quando ottiene lo “Staatsmedaille”, una medaglia onorifica dello Stato per il Ritratto della signora Ostheimer e viene ammesso alla Secessione di Vienna.
E stato attivo anche come scenografo tra il 1933 e il 1937 per lo Stadttheater e l’Exelbühne di Innsbruck, inoltre dal 1938 al 1939 e dal 1941 al 1943 è nominato direttore regionale del Reichskammer der bildenden Künste del Tirolo. Le chiese del Tirolo conservano sue pregevoli prove pittoriche; la sua prolifica attività espositiva viene interrotta a causa della seconda guerra mondiale e ripresa negli anni Cinquanta. Nel 1965 fu insignito del premio d’oro della Künstlerhaus viennese.