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Collezione

DIPINTI

Giovanna Ellero Cellini, Portrait of Mario Benvenuto Cellini, 1924

Giovanna Ellero Cellini

Ritratto di Mario Benvenuto Cellini, 1924
Oil on canvas
91 x 66 cm
Firmato in alto a destra: Teté 924


VENDUTO

Maggiori informazioni
Allieva dei pittori veneti Alessandro Milesi e di Alessandro Pomi, Giovanna Ellero (in Cellini) espone il suo primo dipinto alla XV Esposizione Internazionale d'Arte della Città di Venezia, del 1926.
Partecipa anche all’esposizioni delle Tre Venezie a Padova, a Firenze e Bevilacqua La Masa. Giovanna Ellero trascorre una vita di agio e nonostante sia un’abile e talentuosa pittrice deciderà troppo presto di ritirarsi a vita privata e smetterà di partecipare a mostre ed eventi d’arte. Anche per questo motivo ci sono pochissimi suoi lavori su mercato.
 
Il dipinto qui presentato è un ritratto di suo marito, il signor Cellini, proveniente da un’abbiente famiglia di Treviso, che per gran senso dell’umorismo dei suoi genitori venne battezzato “Benvenuto” in onore del noto scultore fiorentino cinquecentesco.
Giovanna Ellero firma e data il dipinto nell’angolo in alto a destra, utilizzando l’appellativo “Teté”, un affettuoso nomignolo attribuitole dal marito, con il quale la pittrice sceglie di firmarsi proprio in segno di dedica all’amato consorte. (Fig. 1)
 
 
Fig. 1 - Foto dell’artista e suo marito
 
L’opera mostra chiaramente la grande capacità dell’artista di affrontare il genere del ritratto. Il dipinto è trattato con toni vivaci e brillanti, la cui scelta cromatica spazia dal lilla della camicia dell’uomo al turchese dei riflessi del fazzoletto nel taschino, all’ocra intenso della seduta. Il ricco fondale alle sue spalle, e in generale tutto il dipinto, presenta una forte connotazione post impressionista. È possibile distinguere una moltitudine di colori che l’artista non mescola, ma vengono accostati e sottilmente stratificati uno sull’altro, ottenendo così una vibrante vivacità e complessità cromatica oltre che luministica.
La figura, in posa disinvolta con la mano in tasca, ha lo sguardo rivolto altrove; la pipa in bocca conferisce al personaggio ritratto un’aria di sottile irriverenza e spavalderia.
I due si ritirano a vita privata e intorno agli anni ’70, acquistano quello che oggi viene chiamato il Castelletto di Treviso, una vera e propria fortezza del V secolo d.C. dal carattere suggestivo. 
  
Fig. 2 - Castelletto, Treviso
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