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Opere
LUCA GIORDANO Naples 1634-1705
Gloria di Sant'Andrea CorsiniOlio su telacm. 130 x 96
VENDUTO
GALLERIA DEGLI UFFIZI, FIRENZE
Provenienza
Firenze, collezione principi Corsini
Mostre
Firenze, Monastero di San Luca, 1705
Bibliografia
Gli ultimi Medici. Il tardo barocco a Firenze 1670-1743, catalogo della mostra a cura di Françoise Chiarini, (Detroit, The Detroit Institute of Arts, 27 marzo – 2 giugno 1944; Firenze, Palazzo Pitti, 28 giugno – 30 settembre 1944), Firenzo, Centro Di, 1944.
Oreste Ferrari, Giuseppe Scavizzi, Luca Giordano, Napoli, Edizioni Scientifiche italiane, 1966.
Fabia Borroni Salvadori, L’esposizione del 1705 a Firenze, in «Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz», 3, 1975, pp. 393-402.
Il dipinto presentato è identificabile come uno dei bozzetti realizzati da Luca Giordano per la decorazione ad affresco della cupola della Cappella Corsini di Santa Maria del Carmine a Firenze. I due membri della famiglia Corsini, Neri e Bartolomeo, avevano affidato all’architetto Pier Francesco Silvani la realizzazione della cappella per celebrare Andrea Corsini, il santo di famiglia canonizzato nel 1629 da Papa Urbano VIII. Mentre la decorazione scultorea era stata eseguita con altorilievi in marmo rappresentanti i miracoli e la gloria del Santo da Giovan Battista Foggini ed i suoi aiuti, la realizzazione degli affreschi della cupola con l’Assunzione in Paradiso di Andrea Corsini, e conseguente dedicazione dell’intera cappella, viene commissionata al maestro napoletano Luca Giordano. La cupola del Carmine rappresenta senz’altro una novità all’interno del panorama artistico fiorentino. Il pittore realizza il ciclo di affreschi in breve tempo, come noto dalla testimonianza di Del Rosso che in una lettera ad Apollonio Bassetti datata 7 febbraio 1682 afferma che Giordano «lavorava tanto presto che credo che avanti a Maggio la Cupola sarà finita»; con molta probabilità i lavori si concludono entro agosto di quello stesso anno, poiché è in quel momento che viene effettuato il pagamento del doratore degli stucchi.
Il ciclo pittorico della cappella Corsini avviene nel momento di massima maturità artistica di Giordano, quando la sua nota capacità di dar vita ad elaborate composizioni si unisce ad una più equilibrata sensibilità cromatica, dato tra l’altro già percepibile nelle due cappelle napoletane di Santa Brigida (1678) e di San Gregorio Armeno (1678-1679) di poco antecedenti quella Corsini. Il successo degli affreschi per i Corsini faranno poi guadagnare a Giordano la commissione degli affreschi per palazzo Medici Riccardi a Firenze.
Giordano dipinse più modelli per l’approvazione del progetto. Secondo le fonti oltre al “modello della cupola in un quadretto che lui chiama la Macchia” ricordato da Andrea Del Rosso in una lettera ad Apollonio Bassetti del 7 febbraio 1682 (opera purtroppo dispersa), e alla “bozzetta orig.e di un angolo della Cup.a fatta al Carm.ne alla Capp.a Corsini” presente nel 1689 nella quadreria Del Rosso (Gualandi, 1840-41,II, p. 115 ss) successivamente messa sul mercato antiquario, tutti i modelli esistenti riferibili alla cappella Corsini di Santa Maria del Carmine erano conservati nella stessa collezione della famiglia Corsini (Baldinucci, 1713-1721 ms, cc. 152 r e 152 v). Nonostante Baldinucci non menziona i numeri di tali modelli pare che la collezione ne custodisse tre, esposti dalla famiglia alla mostra di San Luca del 1705 (cfr. Barroni Salvadori, 1975, pp. 395-402; Meloni Trkulja, 1977, II, pp. 579-584) e registrati nel catalogo della collezione Corsini steso da Ulderigo dé Medici nel 1880 in cui elenca tre opere di Giordano di soggetto analogo agli affreschi della cappella: n. 70 (sala I), n. 77 (sala III) e n. 401 (sala XIII) (cfr. Archivi famiglia Corsini). Mentre i bozzetti sono citati come apparentemente ancora in loco nella monografia di Luca Giordano del 1966 (Ferrari, Scavizzi, 1966, vol. I, p. 92), dal 1974 una delle tre tele (di cm 130 x 96) non risulta essere più presente nella quadreria Corsini (cfr. Gli ultimi Medici, 1944). Attraverso l’indagine bibliografica ed rchivistica si evince che due modelli sono oggi parte integrante della Collezione Corsini notificata in loco, il terzo invece, che a seguito delle divisioni familiari avvenute alla fine dell’Ottocento viene spostato in altra sede, sfugge alla notifica effettuata negli anni quaranta del Novecento (cfr. Gli ultimi Medici, 1944). L’opera Gloria di Sant’Andrea Corsini presentata corrisponde proprio a quest’ultimo modello apparentemente disperso ma in realtà rimasto fino ad oggi di proprietà dei Corsini, tant’è che ancora oggi si presenta nella sua tela originale e con i sigilli di questa nobile famiglia fiorentina.
I vari modelli, che differiscono tra loro nell’impostazione compositiva, nel numero di figure e nel ventaglio cromatico, rappresentano un momento fondamentale dell’elaborazione dell’opera finale e per tale motivo di fondamentale importanza per la genesi dell’idea dell’affresco definitivo. La tela Gloria di Sant’Andrea Corsini, poiché centro focale della decorazione ad affresco, rappresenta senz’altro il modello più significativo tra i vari eseguiti da Giordano.
L’opera presenta un’antica cornice con i sigilli in cera lacca che recano le armi dei principi Corsini.
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