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Opere
THAYAHT (Ernesto Michahelles)
Violinista, 1927AluminiumH. cm 66
Firmata sul bordo della base THAYAHT
SOLDProvenienza
Eredi Ernesto Michahelles; Firenze, Collezione Privata.
Mostre
Milano, 1929; Mostra personale, 1930; XVII Biennale Internazionale d’arte di Venezia, 1930; Firenze, 1931; Forte dei Marmi (Lu), 2006; New York, 2007.
Bibliografia
XVII Esposizione Biennale, 1930, p. 147; Mostra Futurista, 1931; Maraini e Marinetti, 1932, pp. 18; De Guttry, Maino e Quesada, 1985, p. 283; Panzetta, 2006, pp. 50-51.
L’artista toscano Thayaht nella scultura del Violinista riesce a creare un’immagine di assoluta astrazione del suonatore di violino soprattutto attraverso la sintesi plastica.
L’opera venne eseguita in diversi materiali, le prime versioni note sono di piccole dimensioni in gesso dipinto risalenti al 1921[1]. Qualche anno dopo nel 1927, il Violinista viene realizzato in dimensioni maggiori, di cui si conoscono tre versioni: una in gesso (certamente modello delle fusioni successive in alluminio), una versione in pietra serena (esemplare unico) datata 1927[2], ed una versione in alluminio laccato in azzurro[3]. Vi sono infine altri quattro esemplari in alluminio non laccato azzurro in collezioni private. Tutte le sculture in metallo hanno le medesime dimensioni, mentre il modello in gesso e quello in pietra serena sono di altezza lievemente superiore (h. 69 cm).
Come sottolineato nel volume del 2006 di Panzetta[4], un esemplare in alluminio non laccato figura anche in una fotografia d’epoca pubblicata nel recente catalogo dell’esposizione di Rovereto[5], che propone l’allestimento di una mostra personale dell’artista in apertura degli anni Trenta.
L’esemplare del Violinista in alluminio qui preso in esame, si presume corrisponda ad uno dei quattro sopra citati eseguiti in questo materiale e appartenenti a collezioni private.
Il Violinista,con la sua elegante astrazione ed il suo totale inserimento nello spazio, è certamente tra le più significative opere plastiche di Thayaht. Come documenta il cospicuo numero di esemplari eseguiti (o per lo meno quelli fino ad oggi noti) la scultura riscontrò un grande interesse tra il pubblico dell’epoca.
[1] Le piccole sculture del Violinista sono esposte alla Biennale di Monza del 1923.
[2] La versione in pietra è presentata alla III Biennale di Monza nel 1927.
[3] La versione in alluminio laccato fu esposta alla Galleria Pesaro di Milano nel 1929 ed è riprodotta nella monografia A. Maraini e F. T. Marinetti, Ernesto Thayaht, Firenze, 1932, T 49b.
[4] A. Panzetta, Thayaht e Ram nel Massimo e Sonia Cirulli Archive di New York, Bologna, Ed. XX Secolo, 2006.
[5] Thayaht futurista irregolare, MART, Rovereto, 2005.
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