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Opere
Gustaf FJAESTAD
La neve bianca e polverosa luccica alla luce del sole, 1913Olio su telacm. 97 x 150Bibliografia
Gustaf och Maja Fjaestad-ett konstnärspar. NWT:s Förlag-Karlstad, 1981
Gustaf Fjaestad, il Maestro di Hoarfrost, è uno dei più insigni e illustri artisti svedesi dell’inizio del ventesimo secolo.
Nel 1891 entrò alla Royal Swedish Academy ma per uno spirito libero come Gustaf fu difficile accettarne le rigide regole. Saltava i corsi e andava a sciare. Infatti, Gustaf oltre a possedere abilità artistiche era anche un atleta di talento, tanto che in quello stesso anno stabilì un record mondiale nello sci.Dopo appena un anno lasciò l’accademia e divenne allievo di Bruno Liljefors, il famoso e influente pittore di animali selvatici. Fu anche assistente di Carl Laarson, un altro artista svedese di punta della stessa generazione, avendo realizzato il magnifico affresco della sala di ingresso del Museo Nazionale Svedese (1896). Entrambi questi esponenti ebbero un ruolo di grande importanza nello sviluppo delle qualità artistiche di Gustaf.
Nel 1898 Fjaestad sposò la giovane e talentuosa artista Maja Hallèn. Insieme, fondarono l’originale gruppo di artisti Rackstad Colony, sul lago Racken nel cuore della natura incontaminata vicino ad Arvika nella provincia di Värmland al confine con la Norvegia. I membri di questo gruppo di ispirati creativi erano principalmente pittori e artigiani. La Colonia rappresentava la seconda generazione di romantici svedesi e insieme divennero una brillante componente del movimento delle Arti e dei Mestieri, lavorando in armonia e immergendosi nel territorio selvaggio di quelle magnifiche e vaste foreste, attirati dai diversi aspetti della pittura, della tessitura di arazzi e della produzione di mobili.
All’età di 30 anni Gustaf Fjaestad era già acclamato come uno dei maggiori artisti svedesi, in seguito all’esposizione di numerosi paesaggi di neve alla Stockolm Artists Union nel 1898. Ma fu sulla scena artistica internazionale che il carismatico svedese, con il suo affascinante stile di pittura, ottenne il suo più grande successo.
Infatti, Fjaestad mandò sovente le sue opere all’estero nelle prime tre decadi del secolo. I primi ad apprezzarne le delicate raffigurazioni invernali furono gli estimatori dell’arte e i critici tedeschi; mentre a Roma, nel 1911, le sue pitture furono presentate all’Esposizione Internazionale d’Arte, impressionando profondamente gli appassionati italiani e perfino il re Vittorio Emanuele che acquistò un’opera del Fjaestad. Una mostra speciale del suo lavoro si tenne a Brooklyn, New York, nel 1912, nell’ambito di una grossa esposizione di arte scandinava. Il Brooklyn Daily Eagle pubblicò entusiasticamente un articolo sull’evento: – Nessun dipinto ha la probabilità di attirare più attenzione in America delle scene di neve di Fjaestad. Le sue foreste di abeti coperte di bianco, i suoi cumuli di neve, i suoi torrenti di montagna, orlati di ghiaccio, raffigurano tutti alla sua originale e magistrale maniera la bellezza stranamente delicata del terribile inverno svedese[1]. Oggi i suoi dipinti sono presenti al Nationalmuseum di Stoccolma e in altri musei scandinavi, nonché a Vienna e Chicago. Il Rackstad Colony Museum di Arvika ospita una vasta collezione di tele di Fjaestad.
Senza dubbio l’artista merita il titolo di “più grande pittore di effetti di neve al mondo”[2]. Gustaf Fjaestad adorava letteralmente il gelo e l’inverno e ciò divenne il suo originale segno distintivo. Dipinse all’aperto nei paesaggi e nelle foreste circostanti alla ricerca di una luce speciale, esplorando le pacate sensazioni di intatta bellezza e un profondo senso di misticismo. Il processo creativo di Fjaestad, come pure della moglie e artista Maja, furono infatti fortemente influenzati dal movimento spirituale teosofico – un precursore dell’attuale movimento New Age. I loro dipinti che ritraevano la natura nella sua forma più pura divennero un modo per esprimere l’illuminazione universale e la verità eterna.
Il paesaggio di neve qui presentato è uno splendido, romantico esempio di tali profondi significati. Nel contemplare la tela, l’osservatore viene lentamente cullato in una sorta di stato mentale meditativo, con una affascinante sensazione di magia ammaliante, una sensazione di fiaba infantile. Una dolcezza calmante ben lungi dai cliché o dalla superficialità. L’occhio è trasportato lungo lo stretto sentiero della foresta, quasi del tutto nascosto dalla neve fresca e soffice verso il bagliore della luce del sole, calda e brillante, che fa capolino tra gli alberi. Un’altra ragione per cui questo dipinto è così affascinante sono le abili pennellate e l’uso della cromia e della luce. Tonalità di rosso, blu e grigi conferiscono vibrazione cromatica alla tela, denotando una forte influenza di pittori neoimpressionisti come George Seraut. Una chiara impronta dell’Art Nouveau è visibile nelle forme morbide, arrotolate e ornamentali della neve. E’ evidente che l’artista aveva abbandonato lo stile di raffigurazione dei paesaggi tipico del diciannovesimo secolo, anticipando le forme moderne del futuro
Elisabeth Wind Alfiero
[1] Brooklynite’s aid brings snow pictures here, The Brooklyn Daily Eagle di Brooklyn, New York, 17 novembre 1921
[2] Brooklynite’s aid brings snow pictures here, The Brooklyn Daily Eagle di Brooklyn, New York, 17 novembre 1921
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