
Jacques Antoine LEMOINE (attributed)
Questo affascinante ritratto, databile nella prima decade del XIX secolo, spicca per la sua elevata qualità pittorica. L’incredibile attenzione ed eleganza di esecuzione di tutti i particolari è evidente fin dal primo sguardo: la cura delle rifiniture dell’abito, la precisione con la quale è leggibile lo spartito, la profondità dello sguardo intenso del soggetto rappresentato.
Alcuni dettagli ci permettono di circoscrivere gli anni di esecuzione del dipinto ai primi anni dell’Ottocento come la capigliatura esibita dal giovane uomo cosiddetta alla Brutus, l’acconciatura che il neo-console Napoleone adotterà dopo il suo ritorno dalla campagna d’Egitto. Egli si tagliò infatti il codino, accorciò i capelli portandoli in avanti, alla stregua appunto di un antico console romano. La moda maschile francese d’inizio secolo era abbastanza rappresentativa di questo preciso periodo. La giacca, il cosiddetto “habit dégagé” è abbottonata sul petto e terminava a livello del gilet sottostante, cioè sullo stomaco. Le lunghe code si presentavano spostate all’indietro rispetto al frac tradizionale, trasmettendo un dinamismo maggiore alla figura. Il colletto del gilet, rigido e rialzato, lasciava in mostra una cravatta annodata con cura, un po’ meno ampia rispetto agli anni precedenti. Il pantalone aderiva alla coscia e veniva infilato dentro gli stivali, come nelle uniformi militari.
Quanto all’identità del soggetto ritratto, grazie a un’approfondita ricerca e all’aiuto di musicisti e studiosi, ci è stato possibile individuare il personaggio ritratto in questo superbo dipinto, nel violinista francese nonché accademico del nascente Conservatorio di Musica di Parigi, Jacques Pierre Joseph Rode (1774-1830).
Henri Grévedon (1776-1830)
Violinista francese Jacques Pierre Joseph Rode, Litografia, 1827
Le invenzioni musicali di Rode – con i colleghi Pierre Baillot (1771-1842) e Rodolphe Kreutzer (1766-1831) egli mise a punto un metodo per violino edito nel 1803 ancor oggi in uso – giocano ancora un ruolo fondamentale nell’apprendimento tecnico/pratico dello strumento musicale.
I 24 capricci per violino che egli compose sono ancor oggi considerati, infatti, propedeutici a una solida formazione tecnica e musicale nell’apprendimento dello strumento a corde.
Ammirato per la sua straordinaria abilità tecnica e per le sue composizioni, a partire dal 1790 circa, momento della sua affermazione professionale, Rode vive la vita itinerante di un virtuoso acclamato ovunque in Francia e non soltanto. Nel 1800 è nominato violinista solista per la musique particulière del Primo Console, Napoleone, ed è per breve tempo violinista solista all'Opéra. Tra il 1804 e il 1808 soggiorna in Russia, dove è nominato violinista di corte dello zar Alessandro I (1777-1825). Dopo il suo rientro a Parigi comincia a viaggiare per l’Europa. A Vienna, alla fine del 1812, si esibisce insieme all’ultimogenito dell’Imperatore Leopoldo II, l’arciduca Rodolfo Giovanni d’Asburgo-Lorena, che lo accompagna al pianoforte; tra il 1814 e il 1821 è a Berlino, dove conosce e sposa sua moglie e diventa amico intimo della famiglia Mendelssohn.
L’attribuzione al pittore ritrattista Jacques-Antoine-Marie Lemoine (1751-1824) è stata ipotizzata da uno storico dell'arte e documentarista francese il quale ci segnala che, nel 1810, il pittore ritrattista Jacques-Antoine-Marie Lemoine (1751-1824) espose al Salone di Parigi un ritratto del violinista Rode assieme a un secondo altro ritratto del noto violoncellista Jean-Henri Levasseur, detto “il giovane” (1764 - 1826).
Registrato assieme al ritratto del violoncellista Levasseur al n. 111 dell’elenco delle opere depositate da Lemoine per essere esposte al Salon, come “Le Moine rue J.J. Rousseau Hotel Ballion Ritratti di M M Rode e Le Vasseur”. Chi ne registrò l’ingresso non indicò purtroppo le misure delle tele; non si sa dunque quali dimensioni esse avessero, se fossero opere di piccolo o di grande formato come nel caso del nostro dipinto.
Elenco delle opere depositate da Lemoine per essere esposte al Salon.
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