

ACHILLE D'ORSI
Provenienza
Collezione privata, Roma
La scultura Testa di Carrettiere è una testa in bronzo realizzata dallo scultore napoletano Achille D'Orsi, intorno al 1879. Achille D’Orsi è stato il primo scultore italiano capace di rappresentare la miseria e la durezza del lavoro, attarverso la riproduzione realistica della fatica e della rassegnazione dei lavoratori.
Una delle principali peculiareità di questo artista, infatti, consisteva nel rappresentare personaggi tratti dalla realtà di tutti i giorni, dando un volto alla fatica quotidiana e alla dignità morale del lavoro. L’evoluzione artistica di Achille D’Orsi è direttamente collegata all’attività artistica dello scultore Vincenzo Gemito, con il quale ebbe in comune la preferenza per alcuni soggetti popolari napoletani, come scugnizzi, pescatori e venditori ambulanti. Su entrambi agì l’influsso dell’arte classica, ma con esiti differenti: mentre Gemito, attraverso lo studio dei bronzi ercolanesi, si avvicinò direttamente al naturalismo ellenistico; per Achille D’Orsi il richiamo al mondo antico rimase una suggestione alquanto esteriore.
Un chiaro esempio di questa influenza classica è deducibile dalla Testa di carrettiere da noi presentata. Il bronzo, a patina verde, ritrae il volto di un personaggio popolare, identificabile attraverso dettagli quali l'orecchino portato all'orecchio destro, e in caratteristiche fisiche che rimandano a particolari tipici della napoletanità verace. La testa appartiene ad uno dei filoni di maggior successo della produzione dello scultore: la rappresentazione di gente del popolo quali scugnizzi, pescatori e venditori ambulanti realizzata sotto l’influenza di evidenti richiami, soprattutto formali, della scultura classico-ellenistica, ammirata dall'artista direttamente presso il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Questo intenso ritratto di carrettiere, rappresentato al termine di una dura giornata lavorativa, è il simbolo del realismo brutale tipico delle sculture di Achille D’Orsi, che ha impressionato i suoi contemporanei per l’acuta descrizione dei temi trattati, quali l’ ingiustizia sociale.
Una particolarità da segnalare è che, questa scultura, si differenzia rispetto a tutti gli altri modelli realizzati dall’artista per un dettaglio molto raffinato, il copricapo dorato, che conferisce una grande luminosità alla testa.
Un secondo esemplare dello stesso soggetto ritratto dall’artista è oggi conservato presso la Galleria Nazionale di Arte Moderna a Roma (Fig.1). Il piccolo bronzo venne esibito nel 1879 alla XXXVIII Esposizione della Società Promotrice di Belle Arti di Torino, dove fu fortemente apprezzata da Marco Calderini, che nel recensire l'esposizione torinese, sostenne che l'opera del D'Orsi fosse l'unica scultura significativa tra quelle esposte (Calderini, 1879, p.327).
Fig.1 Achille D’Orsi, Testa di Carrettiere, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, bronzo, altezza 40 cm, larghezza 23, profondità 27 cm
Dopo numerose esposizioni di successo all’estero, tra cui ricordiamo la Mostra internazionale di Monaco di Baviera nel 1883, l'Universale di Anversa nel 1885 e l'Esposizione universale di Saint Louis nel 1904, lo scultore si afferma come uno dei maggiori esponenti del realismo sociale italiano, contribuendo alla diffusione della scultura realista in Italia.
In particolare, a Milano, si distinse per la partecipazione nel 1878 all'Esposizione di Brera, dove presentò Testa di marinaio (Fig,. 2), un bronzo oggi conservato presso la Galleria Nazionale d’arte Moderna a Roma, per la cui realizzazione l’artista si ispirò ai modelli della statuaria greca e romana ammirati a Pompei, Ercolano e Napoli.
Fig.2 Achille D’Orsi, Testa di marinaio, bronzo, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Le opere di Achille D'Orsi apparvero anche all'Esposizione Universale di Parigi nel 1878, ottenendo un grande successo, ma l’artista preferì proseguire la sua carriera accademica come un libero insegnante di scultura.
Riconosciuto ormai come una delle figure di maggiore prestigio dell'arte napoletana dell'epoca, numerose furono le onoreficenze conferite ad Achille D’Orsi dalle varie accademie d'Italia: egli fu fra l'altro professore onorario dell'Accademia di Belle Arti di Carrara, accademico nazionale della Reale Accademia Albertina di Torino e accademico d'onore della Reale Accademia di belle Arti di Venezia.
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