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Collezione

OPERE SU CARTA

Guido MARUSSIG, L’albero morto e l’edera [The Dead Tree and Ivy], 1917

Guido MARUSSIG

L’albero morto e l’edera, 1917
Tecnica mista su cartone
53 x 43 cm
Firmato in basso a destra: GVIDO MARVSSIG • Sul verso: Guido Marussig / “L’albero morto e l’edera”
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Maggiori informazioni

Mostre

1917, Milano, Galleria Pesaro; 1920, Milano, Galleria Pesaro

Bibliografia

M. Sarfatti, Le Tre Venezie (Milano, Galleria Pesaro), in “Pagine d'arte”, V (1917), n. 4, pp. 86-88

V. Pica, Mostre individuali, V. Zanetti-Zilla, G. Marussig, B. Disertori, V. Zecchin, catalogo della mostra, Galleria Pesaro, Milano 1920, p. 13, n. 41

V. Strukelj, Guido Marussig nel segno della grafica: un percorso tra opere e critica, in V. Strukelj, G. Sgubbi, a cura di, Guido Marussig. Il mestiere delle arti, catalogo della mostra, Trieste 2004, p. 18

 

Bibliografia di riferimento:

E. Prete, s.v. Guido Marussig, in La pittura nel Veneto. Il Novecento. Dizionario degli artisti, a cura di N. Stringa, Milano 2009, p. 278

Come Ferruccio Scattola (Venezia, 1873 – Roma, 1950) e, ancor più dichiaratamente, Teodoro Wolf Ferrari (Venezia, 1873 – San Zenone degli Ezzelini, 1945), anche Guido Marussig si muove a suo agio fra la Biennale, dove esordisce a vent'anni, nel 1906, e Ca' Pesaro, dove espone già nel 1908, ideandone anche graficamente il primo manifesto.

Formatosi in un clima mitteleuropeo, fra Trieste e Venezia (dove frequenta l'Accademia con Ettore Tito ed Augusto Sezanne), la sua poetica è già ben delineata all'altezza del 1907, quando è invitato a esporre nella sala della Biennale, dedicata all'Arte del Sogno, Salice piangente, opera assai apprezzata dai contemporanei e recentemente riproposta al pubblico in occasione della mostra dedicata a Klimt e all'arte Italiana al Mart di Rovereto (fig. 1).

Sulla scia di Mario de Maria (Bologna, 1852 - 1924) e parallelamente a Gennaro Favai (Venezia, 1879 – 1958), Marussig assimila la cultura del Simbolismo tedesco, addolcita in chiave ornamentale. Si distingue per composizioni di raffinatissima esecuzione, prive di figure umane, costruite su di un punto di vista ravvicinato e caratterizzate da un taglio di estrema modernità. Paesaggi selezionatissimi (e molto rari) i suoi, sensibili alle cascate cromatiche del secessionismo klimtiano (fig. 2), cui si mescola con formula originalissima certo sintetismo Nabis, mutuato dalla prossimità del pittore al gruppo di Ca' Pesaro, a Gino Rossi (Venezia, 1884 – Treviso, 1947) ed Umberto Moggioli (Trento, 1886 – Roma, 1919) in particolare

 

La stagione veneziana si conclude con la prima maturità dell'artista che, trasferitosi a Milano nel 1916, s'inserisce con successo nella realtà culturale della città prendendo parte ad alcuni importanti appuntamenti espositivi. In particolare, nell'aprile del 1917, presenta alla Galleria Pesaro, all'interno della rassegna Tre Venezie, L'albero morto e l'edera, da identificarsi con ogni probabilità con l'opera in esame. Il sintetismo di gusto secessionista, memore della stagione capesarina, è declinato qui nei termini di un raffinatissimo decorativismo, che non sfugge all'occhio attento di Margherita Sarfatti, che ne fa espressa menzione in un suo articolo sulle “Pagine d'arte” (1917)

Dopo l'esperienza di Fiume a fianco di Gabriele D'Annunzio (che gli commissionerà interventi decorativi al Vittoriale), Marussig é impegnato tanto in pittura, quanto nelle arti decorative ed in architettura, ambiti che lo vedono pienamente convolto nel clima del Novecento italiano.

 

 

Fig. 1 • Salice piangente, 1907 (collezione privata)

 

 

Fig. 2. - Laghetto dei salici, 1909, Trieste, Museo Revoltella

 

 

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